Museo del Violino
Il Museo del Violino voluto dalla Serenissima Repubblica di San Marino racchiude una selezione di strumenti di grande interesse in quanto frutto della ricerca di tre generazioni di collezionisti che hanno voluto in fine unire i loro sforzi per dare vita a una collezione unica nel suo genere, in quanto frutto di un’idea comune, portata avanti da generazioni, ricercare l’opera più bella di ogni autore rappresentato.
Nella vita e quindi nell’opera di ogni Maestro liutaio si possono individuare tre momenti distinti; la giovinezza, ossia il momento dell’apprendimento, la maturità di solito momento della maggiore espressività ed in fine la vecchiaia, momento di decadimento stilistico.
Durante la fase della maturità, che segna il più alto livello artistico, alcuni illuminati Maestri danno vita al loro capolavoro assoluto ed irripetibile, questo è quanto con grande fatica e grandi sforzi è stato ricercato e trovato dopo peregrinazioni durate decenni ed ora esposto nelle teche del museo.
Dar vita ad una collezione vuol dire creare un percorso storico/artistico che leghi ogni strumento l’uno all’altro in modo tale da creare una personale teoria sullo stile dell’evoluzione di quell’arte.
Certo è che in ogni collezione ci sono strumenti più o meno costosi alcuni più rari altri meno rari ma, per quanto possa sembrare strano, sono molto spesso gli strumenti meno costosi quelli che ci permettono di mettere nella giusta relazione spazio temporale e artistica gli strumenti più rari.
È noto che ogni opera d’arte necessità di essere collocata in un contesto che permetta di individuarne le origini, le tecniche usate per la sua realizzazione, ed il particolare momento storico nel quale sono state concepite.
“Se oggi un architetto costruisse la grande piramide di GIZA non ci stupiremmo poi tanto quanto il pensarla costruita dagli Antichi Egizi nel XXVII secolo Avanti Cristo!”
Proprio per questo è opera molto difficile quella di cercare e trovare strumenti che documentino non sono le relazioni tra una scuola e l’altra ma anche i legami tra i maestri e i discepoli a volte quest’ultimi quasi sconosciuti , ma che a lora volta creando collaborazioni di ricerca con altri liutai arrivano addirittura a creare nuovi stili e metodologie costruttive.
Questo è certo il caso della grande famiglia Fiorini, capostipiti della scuola Liutaria dell’Emilia-Romagna tra la fine del 19º e l’inizio del 20º secolo, dove è possibile notare dato il grande numero di allievi e discepoli ,come dal Maestro Raffaele Fiorini siano nati due stili ben distinti: quello del figlio Giuseppe e quello di Augusto Pollastri capo laboratorio di Raffaele, e quanti altri liutai in tutta la regione siano stati fortemente influenzati dallo stile del Maestro e a loro volta abbiano da tali insegnamenti distillato un loro proprio stile.